Progetto “Casa Vhida”
Tra le vittime dell’AIDS nel mondo, i bambini sono i più esposti ad una doppia povertà: il rischio di contagio dai genitori e la mancanza di risorse economiche. In Brasile sono oltre 200.000 i bambini che hanno la madre contagiata dal virus e questa situazione si aggrava in città come San Salvador de Bahia dove oltre il 40% della popolazione è analfabeta ed alto è il tasso di disoccupazione.
L’Istituzione di Beneficenza “Conceição Macêdo” (IBCM) ha sviluppato un metodo integrato di assistenza ai bambini e alle famiglie colpite dall’HIV, considerando non solo le necessità sanitarie, ma anche i bisogni psicologici, pedagogici e sociali.
L’obiettivo principale è infatti quello di favorire la convivenza salubre nelle famiglie e, in generale, di vincere il pregiudizio sociale che produce emarginazione ed accresce le disuguaglianze. “Casa Vhida” è un asilo per circa 40 bambini tra i 3 e i 6 anni che convivono con il virus dell’HIV. Opera da quasi vent’anni, senza fini di lucro, attuando percorsi di appoggio e sostegno alle rispettive famiglie che si trovano in forte stato di povertà. Offre un percorso di accompagnamento su vari livelli: medico,culturale, scolastico.
- Medico, in quanto questi bambini necessitano di supporto farmaceutico e di monitoraggio costante dello stato di salute;
- culturale e scolastico, come avviene in ogni asilo che si rispetti le insegnanti iniziano un percorso d’insegnamento delle prime nozioni scolastiche e trasmissione di valori di vita. La giornata è scandita da diversi momenti di classe, attività, giochi e recite, dai pasti e dal riposino pomeridiano. Il pasto è un momento fondamentale per la vita dei bambini affetti da HIV: è necessario infatti mantenere un certo stato fisico per poter affrontare terapie ed essere più forti a livello immunitario.
Anche l’ambiente circostante ha la sua importanza: a “Casa Vhida” il clima è affettivo, accogliente, tenero, infonde coraggio; i rapporti e le amicizie con gli altri bambini sono essenziali. I 14 operatori dell’asilo portano giornalmente il loro entusiasmo all’interno della Casa, con le loro difficoltà, amarezze e speranze. Coordinatore del progetto è padre Alfredo Dorea, impegnato in molte iniziative a favore delle categorie che più soffrono l’ingiustizia sociale: gli afro discendenti dei quartieri più poveri, i bambini e adolescenti a rischio sociale, i ragazzi diversamente abili.