Il Progetto Colombia

La Colombia e’ uno dei Paesi al mondo dove maggiore è la presenza di Desplazados. I desplazados sono vittime della guerra e dei suoi devastanti effetti collaterali; persone che si sono viste costrette a lasciare la loro terra, le loro case, le loro speranze, il loro futuro.

I bambini desplazados (piu’ del 50% del totale della popolazione desplazada) sono una popolazione ad “alto rischio” per ciò che riguarda la salute psicologica e fisica in quanto vivono in condizioni precarie, in alloggi fatiscenti e spesso non hanno accesso a un’istruzione adeguata.

Molti di questi bambini sono orfani almeno di un genitore o hanno subito una separazione forzata dagli stessi, hanno visto le loro case distrutte e la famiglia disgregata; spesso sono stati trasferiti da una realtà e cultura contadina a quella cittadina; alcuni hanno subito forme di abuso fisico e psicologico.

Molti di questi bambini non hanno uno sviluppo psicofisico adeguato. Pur presentando ampie differenze, in conformità al proprio stadio di sviluppo, presentano spesso sintomi e comportamenti disfunzionali quali: comportamenti aggressivi ed autolesivi, fobie, disturbi del comportamento alimentare, disturbi del sonno, difficoltà relazionali e comportamentali, basso livello di autostima, deficit di attenzione, disturbi psicosomatici.

Spesso nella famiglia di questi bambini regna il dolore e la violenza. I genitori spesso sono disoccupati o fanno lavori precari. Frequente è il fenomeno dell’alcolismo e della violenza intrafamiliare. In questa situazione molti genitori hanno perso la loro capacità genitoriale e di supporto emotivo nei confronti del bambino.

Questo stato di parziale abbandono fa si che i bambini vivano spesso senza un controllo adeguato il che si traduce talvolta in comportamenti devianti, deliquenziali, o in comportamenti sessuali precoci che spesso hanno un effetto negativo sulla identità del bambino/a e del ragazzo/a.

In un contesto come quello dei desplazados colombiani prevale il fenomeno della rimozione dei ricordi traumatici, con perdita della memoria collettiva e individuale e, di conseguenza, con pesanti conseguenze sul piano emotivo e comportamentale. Molti bambini non sanno quando e dove sono nati e presentano una visione alterata del tempo e nello spazio.

Il progetto si situa nel Barrio (quartiere) Lisboa de Suba, ma estende la sua influenza ai barrios circostanti Santa Rita, Santa Cecilia, San Pedro e Vila Cindy.

Il Barrio Lisboa appartiene a quella che viene chiamata “Cintura Urbana”, in questo caso la grande periferia di Bogotà, dove le condizioni di vita degli abitanti, già al limite della sopravvivenza per povertà e ignoranza, sono ulteriormente aggravate dalla totale assenza di infrastrutture adeguate. L’arrivo di nuovi gruppi, quasi sempre desplazados, contadini estirpati violentemente dalla loro terra, aggrava le condizioni di vita poiché sono completamente abbandonati al loro destino e hanno preclusa ogni possibilità di miglioramento o recupero.

Nei Barrios elencati, che sono cinque dei 70 rioni che formano la zona chiamata “La Gaitana”, appartenente al municipio metropolitano di Suba, vivono circa 40.000 abitanti. Essi sono situati sotto il livello dei fiumi Bogotà e Juan Amarillo, che ne delimitano i confini e in varie zone costituiscono una vera cloaca a cielo aperto della zona nord occidente della città.

Ad aggravare il quadro, va ricordato che l’area é stata abusivamente lottizzata nel 1991 e solo negli ultimi anni é iniziata una campagna di legalizzazione. I lotti in cui sono state costruite quelle che vengono chiamate eufemisticamente abitazioni, sono di 5×12 metri, ovvero di 60 mq. Le cosiddette case che vi sono edificate sono cubi di muratura senza finitura alcuna, e solo ora possono legalmente collegarsi alle linee elettriche e idriche.

Il quartiere non é servito da alcun tipo di pronto soccorso o servizio ospedaliero, né da vigilanza di polizia con le conseguenze che si possono immaginare: questa situazione di precarietà alimenta un clima di violenza e di insicurezza, che si manifesta nell’abuso sui minori (sessuale, fisico e specialmente psicologico), nelle violenze sulle donne, nella promiscuità domestica, nell’analfabetismo, nella presenza delle pandillas (bande giovanili che alimentano la microcriminalitá), nelle pressioni di infiltrati di gruppi armati di differente origine, nelle “uniones libres”, nelle “madres cabezas de familia”, in droga e alcolismo.

Il sistema educativo è carente, organizzato da poche istituzioni pubbliche e molte private, di precaria strutturazione e bassi livelli educativi, dove i costi per l’iscrizione, per i mezzi di trasporto e per l’uniforme obbligatoria scoraggiano la frequenza scolastica. Inoltre vi è una completa carenza di spazi ricreativi e per attività formative extrascolastiche.

Il collegamento con la città, gli uffici pubblici e i posti di lavoro è permesso da mezzi di trasporto insufficienti e malmessi, piuttosto inaffidabili e rischiosi.

Durante il periodo delle piogge, più volte al mese capita che per parecchi giorni non si possa accedere facilmente al barrio, a causa delle inondazioni e del fango, che rendono impraticabili le strade non asfaltate e prive di scarichi per l’acqua piovana. Nel periodo secco invece la polvere invade ogni angolo del quartiere.

La situazione economica del Paese, che ufficialmente è dichiarata buona, non si risente nella zona e il tasso di disoccupazione nel rione raggiunge livelli preoccupanti, generando problematiche di alcolismo, violenza familiare, frustrazioni personali e insufficienza alimentare.

Da questa breve analisi si possono dedurre le difficili e precarie condizioni di vita, e si possono intendere le urgenti necessità e bisogni della popolazione appartenente non solo al Barrio Lisboa, ma anche ai rioni circostanti che si trovano nella stessa situazione.

In questo contesto opera dal 2000 la Ong Il Nido del Gufo, che ha costruito uno spazio per ludoteca, biblioteca e centro culturale, a cui hanno accesso i bambini del barrio Lisboa e dei barrios vicini e dove gli stessi possono trovare un’oasi di pace per “tornare ad essere bimbi” giocando, ma anche studiando e sviluppando capacità cognitive e creative attraverso vari laboratori.

Obiettivo del progetto:

Ampliamento della sede della biblioteca-ludoteca “Il Nido del Gufo” in quanto moltissimi bambini si appoggiano alla struttura e si necessitano nuove sale per rispondere alle sempre maggiori richieste di intervento. Strutturazione di nuove attività educative-ludico-ricreative. Il progetto Biblioteca-Ludoteca-Centro Culturale si prefigge lo scopo di aiutare i bambini del barrio e dei barrios vicini a crescere in un ambiente sano, ricco di stimoli educativi-ricreativi-relazionali dove potere tornare ad essere bambini. Alfabetizzazione in maniera che la buona istruzione non sia appannaggio solo delle classi ricche della città. Presa di coscienza delle famiglie affinché i bambini possano trovare anche all’interno dei loro nuclei familiari un ambiente consono e stimolante. Particolare riguardo alle mamme dei bimbi che attraverso la frequenza della ludoteca-biblioteca assieme ai loro bimbi possono confrontarsi con le altre mamme e stabilire dei rapporti con le altre famiglie del barrio.

Attività e risultati attesi:

  • Ludoteca, dove i bambini possono giocare da soli ed in gruppo imparando a costruire relazioni interpersonali ed a interagire col gruppo;
  • Laboratori ludici per sviluppare capacità cognitive e creative
  • Corsi di pittura, di disegno, di burattini, di costruzione di oggetti vari, etc.
  • Acquisto materiale ludico per laboratori
  • Laboratori di danza per espressione corporale
  • Acquisto stereo per attività legate alla musica
  • Ampliamento biblioteca con acquisto di nuovo materiale bibliografico
  • Organizzazione di eventi aperti alla popolazione con particolare riguardo alle mamme dei bimbi
  • Consulenza psicologa e nutrizionista che possano, a cadenze fisse, seguire i bambini che usufruiscono della struttura